Il Parco Nazionale della Majella (PNM), caratterizzato dalla presenza di 4 catene montuose, tra i quali domina il massiccio della Majella, si estende per 74.000 ettari sull’Appennino centrale. Il Parco si trova nella regione biogeografica alpina, anche se il territorio va da altitudini collinari (400 m s.l.m.) fino ai 2.793 m s.l.m. del Monte Amaro (la seconda vetta dell’Appennino). Proprio grazie alla significative differenze altitudinali, nell’area del PNM sono stati identificati più di 50 habitat differenti. All’interno dell’area protetta ricadono 39 Comuni, con una densità di 65,3 abitanti/km2.
Il PNM rappresenta una delle 4 grandi aree protette dell’Abruzzo, insieme ad altri due Parchi Nazionali ed un Parco Regionale. La principale peculiarità geomorfologica e biologica di questo territorio è il massiccio della Majella. Tra le eccellenze che caratterizzano il massiccio ci sono 140 endemismi floristici (con 4 specie esclusive), la presenza della foresta di Pino mugo più estesa dell’Appennino, la presenza di diverse specie animali legate a questo habitat unico (come il crociere, il merlo dal collare, il gracchio alpino, il gracchio corallino, il fringuello alpino, il piviere tortolino, la coturnice e la vipera dell’Orsini oltre alla presenza della più grande popolazione di camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata), sottospecie endemica e minacciata.
Il PNM è stata una delle ultime aree in Italia in cui i lupi appenninici (Canis lupus italicus) sono sopravvissuti alla persecuzione da parte dell’uomo: la sua popolazione ha costituito una delle sorgenti da cui è partita la ricolonizzazione del Paese negli anni ’70 del secolo scorso. Il lupo è oggi presente in tutta la catena appenninica e in parte delle Alpi. Il Parco è anche una delle aree di neo-espansione più importanti per permettere la salvaguardia della popolazione di orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), sottospecie endemica presente in poche aree montane dell’Italia Centrale, e in pericolo critico di estinzione. Negli ultimi 15 anni almeno il 30% della popolazione di orsi presente nell’Appennino centrale ha frequentato l’area protetta, e tra il 2014 e il 2018 almeno 2 femmine riproduttive hanno dato alla luce in totale 5 cuccioli.
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