Cosa:
Il conflitto uomo-orso innesca, in molti casi, atteggiamenti e reazioni negative da parte delle comunità rurali, che spesso possono causare atti illegali e un impatto negativo diretto sullo status di conservazione della popolazione di orso. L’Azione A1 mira a una classificazione, mappatura e visualizzazione concreta dei settori all’interno di due aree di progetto in Grecia (l’area del Parco Nazionale di Pindos è stata coperta nell’ambito del progetto LIFE ARCPIN) e del Parco Nazionale della Majella in Italia, che presentano un elevato rischio di conflitto uomo-orso, che potrebbe degenerare in situazioni pericolose per la specie target. L’azione fornirà le informazioni necessarie alla preparazione e all’attuazione di azioni concrete di conservazione.
Come:
L’identificazione degli hot spot, aree con più elevato rischio di insorgenza del conflitto uomo-orso, sarà raggiunta attraverso l’analisi e la valutazione di diverse variabili che coinvolgono le attività umane, le infrastrutture e le componenti ambientali, in relazione alla presenza e all’attività dell’orso, utilizzando i seguenti strumenti che saranno sviluppati in collaborazione tra tutti i partner:
• Sviluppo di un database geografico (GIS) sui seguenti livelli di informazione: topografico, amministrativo, vegetazione forestale, insediamenti, rete stradale, terreni agricoli ecc.
• Raccolta e mappatura di ulteriori dati sul campo, attraverso interviste, utilizzando un questionario sulle attività umane che possono creare fattori antropogenici di condizionamento alimentare (ad es. rifiuti domestici, discariche, fattorie, coltivazioni su piccola scala ecc.).
• Analisi statistica che utilizza strumenti di valutazione del rischio (ad esempio “Hot spot – Getis Ord Gi”), eseguita sui dati raccolti.
Il risultato di questa analisi sarà la produzione di mappe tematiche, che permettono di visualizzare un punteggio spaziale e la definizione degli hot spots con maggiore rischio di conflitto uomo-orso. La classificazione del territorio in aree a maggiore/minore rischio faciliterà l’implementazione delle corrette azioni di conservazione per l’orso bruno.
Cosa:
Per fornire stime affidabili e accurate della dimensione della popolazione di specie elusive come l’orso bruno è necessario l’uso di una combinazione di metodologie e protocolli.
Quest’azione è fondamentale per acquisire la stima più precisa possibile sulla dimensione delle popolazioni target e informazioni sul loro status genetico, per l’ottimizzazione delle azioni di conservazione (azioni C). L’azione A2 mira dunque ad acquisire informazioni quantificabili sullo stato attuale delle popolazioni della specie target nelle quattro aree di progetto. È importante disporre di stime più precise possibili, che consentano di orientare e adeguare meglio l’ambito geografico e operativo delle azioni concrete di conservazione.
Le stime riguarderanno:
A. Il numero di orsi presenti nelle 4 aree di progetto: Parco Nazionale di Pindos (PNP), Parco Nazionale di Prespa (MBPNP) e Parco Nazionale di Rodopi (RMNP) in Grecia e Parco Nazionale della Majella (PNM) in Italia;
B. La struttura della popolazione (classi di età, sesso, ecc.) in Grecia e nel PN della Majella, con particolare attenzione alle femmine e alle femmine con cuccioli nell’area italiana;
C. La variabilità genetica della popolazione in Grecia;
D. La distribuzione spaziale degli orsi campionati nel PN della Majella, in relazione anche al resto dell’areale di distribuzione della popolazione appenninica di orso (ovvero tenendo conto se, dove e quando gli stessi orsi sono stati campionati in un’altra porzione dell’areale).
Come:
1. Campionamento genetico non invasivo tramite raccolta sul campo di materiale biologico di orso (peli, escrementi), per analisi del DNA e riconoscimento individuale. Il campionamento verrà eseguito nei PN di MBPNP, RMNP e MNP.
I campioni genetici verranno inviati al laboratorio designato ufficialmente per le analisi genetiche sulla popolazione appenninica di orso, dove i campioni vengono ora analizzati con isolamento del DNA e PCR di 13 loci microsatellite per il riconoscimento individuale e un locus per il riconoscimento del sesso. Ciò garantirà il confronto dei dati ottenuti nel PN Majella con quelli passati e futuri ottenuti nel resto dell’areale di distribuzione della popolazione.
2. Lo svolgimento di transetti (per accertare la presenza e le attività della specie nelle 3 aree, attraverso il rilevamento di segni di presenza dell’orso).
I transetti saranno percorsi sulla rete di strade forestali, due volte durante il primo anno di progetto, per il rilevamento di segni di presenza attribuibili all’orso.
3. Installazione di una rete di fototrappole per stimare la distribuzione e l’abbondanza della popolazione di orso.
Verrà installata una rete di monitoraggio composta da 43 fototrappole nelle 2 aree greche e da 20 fototrappole nel PN della Majella, per un periodo di 4 mesi, basata su un sistema di rotazione della griglia di celle di dimensione 5X5 km o 10X10 km.
L’identificazione individuale degli orsi e la stima dell’abbondanza relativa della popolazione con questo metodo confermeranno e rafforzeranno l’esito delle indagini svolte con le metodologie dei punti 1 e 2.
Titolo dell’azione:
A.3 Studio per la valorizzazione e la promozione di prodotti e servizi “bear friendly”
Cosa:
L’obiettivo di questa azione preparatoria è di contribuire al riconoscimento dell’orso bruno come specie che ha non solo un valore ambientale, ma anche un valore economico. Questa azione tenterà di incrementare il valore economico dei prodotti agricoli e dei servizi turistici nell’area di progetto, usando l’orso bruno come simbolo riconoscibile. Questo processo faciliterà la coesistenza della specie con le attività economiche quali l’allevamento di bestiame, l’apicoltura e altre attività umane sul lungo termine.
Lo sviluppo di un’etichettatura «amico dell’orso» (o «rispettoso dell’orso») potrebbe rappresentare un interessante incentivo per gli agricoltori locali e i servizi turistici. Questo sistema infatti dovrebbe aggiungere valore ai loro prodotti e servizi, oltre a promuovere ulteriormente la produzione locale in nuovi mercati. Nel quadro di questo studio, saranno valutati vari prodotti agricoli locali e servizi turistici, al fine di stimare la loro rilevanza per le pratiche rispettose della fauna selvatica. Verrà creato e registrato un logo, che sarà poi assegnato a tutti i prodotti e servizi che utilizzano pratiche «bear friendly».
Come:
Lo studio identificherà i prodotti e i servizi turistici nell’area del progetto che possono essere positivamente correlati alla conservazione dell’orso bruno.
Metodi di produzione compatibili con la presenza del plantigrado, agro-biodiversità (varietà vegetali specifiche), prodotti biologici, uso di metodi di coltivazione a supporto della popolazione di orso, uso di misure preventive efficaci per proteggere il bestiame e gli alveari (recinti elettrificati, cani da guardiania) sono tutti esempi di pratiche desiderabili che saranno standardizzate e incluse nella gamma di criteri per l’etichettatura di prodotti e servizi compatibili con la presenza dell’orso. Verrà inoltre prodotto materiale di formazione su “pratiche e metodi di produzione ‘bear friendly’”.
Sotto-Azione C1.1 (“Analisi degli stakeholders”)
Cosa:
La sotto-azione C1.1 è un prerequisito per la sotto-azione C1.2 (“Piattaforme locali per la convivenza tra uomo e orso”). Saranno identificati gli stakeholder interessati alla conservazione e gestione dell’orso (ad es. Autorità locali, agricoltori vulnerabili ai danni da orso, popolazione locale impegnata nel settore turistico, cacciatori, servizio forestale, membri delle autorità di gestione dei Parchi Nazionali, Ong ecologiste). Saranno effettuati colloqui con i rappresentanti delle categorie interessate sui temi cruciali per la conservazione e la gestione dell’orso bruno. L’analisi degli stakeholders esaminerà l’adozione attuale o prevista delle buone pratiche per la conservazione e gestione dei Grandi Carnivori, e mirerà a delineare i punti di forza e di debolezza di ciascun gruppo di stakeholder.
Come:
I colloqui riguarderanno percezioni, comportamenti e intenzioni all’interno di ciascun gruppo di stakeholder. Dopo la raccolta e l’analisi dei dati dei colloqui, saranno condotti dei focus group per descrivere i rapporti e le dinamiche tra i vari gruppi d’interesse, che potrebbero consentire o ostacolare l’adozione di buone pratiche. Per i risultati dei colloqui e delle discussioni dei focus group verrà poi condotta un’analisi SWOT, una per ciascun Parco Nazionale.
otto-azione C1.2 (“Piattaforme locali per la convivenza uomo-orso”)
Cosa:
La sotto-azione C1.2 comporterà l’istituzione di una Piattaforma Locale in ciascun Parco Nazionale. Le Piattaforme, con rappresentanti di tutti i gruppi di stakeholder interessati alla conservazione e gestione dell’orso, opereranno sotto la supervisione delle autorità di gestione dei parchi. Grazie alle analisi SWOT della sotto-azione C1.1, l’obiettivo principale dell’azione C1.2 sarà quello di stimolare l’adozione di buone pratiche. L’azione contribuirà inoltre a creare e mantenere la reciproca fiducia tra gli stakeholders coinvolti. Ogni Piattaforma si riunirà regolarmente una volta ogni sei mesi, e ogni volta che sarà necessario. I verbali delle riunioni della Piattaforma saranno conservati. Oltre alle riunioni, le Piattaforme Locali organizzeranno un seminario annuale in ciascun Parco Nazionale, per allargare le azioni di consultazione e di sensibilizzazione, e nelle quali sarà elaborata l’adozione delle buone pratiche.
Come:
La metodologia di base del funzionamento delle piattaforme e dei seminari si baserà su una prospettiva “motivazione mista”, e sarà ispirata dalla “risoluzione alternativa delle controversie”. Qualsiasi soluzione ai conflitti uomo-orso richiederebbe il bilanciamento degli interessi in un insieme complesso di stakeholders, e ciò non può essere raggiunto se i costi e i benefici di tutte le parti interessate non vengono affrontati approfonditamente. La prospettiva “motivazione mista” riconosce la necessità di distribuire benefici ma ritiene necessario anche negoziare compromessi tra i vari gruppi. Ciò favorirà la riconciliazione tra le parti interessate, la responsabilità e la fiducia. I rappresentanti e portavoce dei gruppi di stakeholders saranno invitati a prendere parte alle Piattaforme Locali.
Cosa:
L’azione mira a migliorare la capacità del personale dei Parchi Nazionali che partecipano come beneficiari associati e di altro personale di aree protette (al di fuori delle aree di progetto), nonché dei dipartimenti distrettuali del Servizio Forestale, di guardiaparco e ELGA in Grecia e altre organizzazioni coinvolte nella gestione della fauna selvatica, nella risoluzione dei conflitti uomo-orso o nella valutazione dei danni da orso, sia all’interno che all’esterno delle aree del progetto (a fini di replicabilità e trasferibilità).
C2.1, Corsi di formazione: Saranno organizzati in Grecia tre corsi di formazione di tre giorni, incluso un incontro introduttivo presso la sede dei tre Parchi, seguito da esercitazioni sul campo.
C2.2, Seminari: Saranno organizzati presso l’Università della Tessaglia due corsi di formazione di tre giorni, per le persone coinvolte nella gestione degli orsi in Grecia. Gli argomenti della formazione includeranno tecniche di campo per il monitoraggio della popolazione di orsi, l’individuazione di esche avvelenate, il pronto soccorso per animali avvelenati, la valutazione dei danni da orso e tecniche di comunicazione per coinvolgere le parti interessate e le procedure di risoluzione dei conflitti.
C2.3, Viaggi di scambio: Saranno organizzate sovvenzioni per tre viaggi verso destinazioni europee, finalizzati allo scambio di esperienze per il personale delle suddette organizzazioni e del PN della Majella. I viaggi saranno organizzati in collaborazione con altri progetti sull’orso in corso o autorità impegnate nella conservazione della fauna selvatica e ONG. Saranno date disposizioni speciali sulla partecipazione del personale impiegato nelle suddette organizzazioni al di fuori dell’area del progetto.
C2.4, Corsi di formazione / seminario nel PN della Majella: Sarà organizzato un corso nel PN della Majella per formare il proprio personale sulle medesime questioni affrontate in Grecia con le azioni C2.1 e C2.2. Durante le sessioni pratiche si terrà un corso di formazione di cinque giorni, che prevederà attività nella sede centrale del PN della Majella e sul campo.
Gli effetti devastanti dell’avvelenamento sono ormai diventati una delle principali minacce alla biodiversità. Le conseguenze riguardano sia la fauna selvatica che gli animali domestici, come i cani da guardiania. Quest’ azione sarà attuata solo in Grecia: i partner italiani non parteciperanno all’azione, dal momento che esistono già unità di cani anti-veleno operative nell’Italia centrale e nel territorio del PN della Majella, e il fenomeno dell’avvelenamento di cani degli allevatori non è così rilevante e diffuso.
Cosa:
Sotto-azione C3.1: Interventi delle unità cinofile anti-veleno
La prima sotto-azione prevede l’addestramento e gli interventi delle unità cinofile anti-veleno, una in ciascun Parco in Grecia. I cani per il rilevamento di veleno sono addestrati secondo particolari protocolli, per cercare e localizzare sul campo diversi tipi di esche avvelenate, carcasse avvelenate e animali morti per avvelenamento.
Sotto-azione C3.2: produzione e diffusione di kit di pronto soccorso anti-veleno
La seconda sotto-azione mira a educare e sostenere gli allevatori in caso di avvelenamento dei cani da pastore. Sarà fornito agli allevatori che operano nelle aree interessate un kit di pronto soccorso contenente tutti i farmaci necessari, le attrezzature e le istruzioni per le prime fasi critiche.
Come:
Sotto-azione C3.1: Interventi delle unità cinofile anti-veleno
Durante il progetto verranno condotte 200 uscite sul campo per il rilevamento di veleno, in ciascuna area in base alla stagione e alle condizioni meteorologiche. La frequenza delle uscite dipenderà dalla stagionalità degli eventi di avvelenamento e dalle informazioni pertinenti raccolte dal personale del progetto. Oltre alle indagini programmate, le unità cinofile anti-veleno risponderanno prontamente a qualsiasi chiamata di emergenza, sia in caso di episodi di avvelenamento di animali sia per eventi di rinvenimento di esche avvelenate.
Le uscite saranno mappate e verrà compilato in ogni occasione un modulo specifico da ogni squadra, al fine di fornire dettagli sullo sforzo di campionamento e valutare i risultati.
Le autorità competenti saranno informate di ogni episodio, così da permettere l’applicazione delle dovute procedure legali.
Sotto-azione C3.2: produzione e diffusione di kit di pronto soccorso anti-veleno
Saranno distribuiti un totale di 700 kit agli allevatori. Tutti i farmaci necessari saranno contenuti in una scatola leggera, non usa e getta e resistente all’acqua per essere facilmente trasportata dai pastori sul campo. Il kit conterrà anche un opuscolo di quattro pagine con le istruzioni complete. Tutti i partner del progetto parteciperanno a un breve corso di formazione nell’ambito di questa azione. Il team veterinario istruirà tutto il personale sulle questioni di base legate al fenomeno dell’avvelenamento e sulle corrette modalità di informazione verso i pastori riguardo l’utilità del kit di pronto soccorso fornito. Verrà creato un database GIS degli allevatori ai quali sarà fornito il kit.
L’esperienza ha dimostrato che l’uso di KBD o di altre razze canine è un metodo altamente efficiente per la gestione degli orsi “problematici”. Il KBD è una razza che è stata selezionata e utilizzata da cacciatori e allevatori da secoli. I suoi rapidi riflessi e la sua natura coraggiosa lo hanno reso molto popolare per la caccia all’orso, all’alce e al cinghiale. Questa azione mira a introdurre e utilizzare questa razza per la prima volta in Grecia come metodo innovativo, ben collaudato (sia in Europa che negli Stati Uniti) ed efficace per ridurre al minimo il rischio di incidenti tra uomini e orsi.
Cosa:
Il PN di Pindos acquisterà due cani Karelian, provvederà al loro addestramento e alla formazione dei loro gestori, e testerà poi i cani sul campo per risolvere le situazioni di conflitto uomo-orso. Inoltre, il PN di Pindos organizzerà sessioni dimostrative sul condizionamento avverso dell’orso tramite l’uso di cani, in collaborazione con le squadre di emergenza, per il necessario trasferimento di conoscenze ed esperienze sull’addestramento e il funzionamento delle unità cinofile anti-orso al personale di altre autorità ufficialmente coinvolte nelle squadre di emergenza orso nazionali: servizi forestali, associazioni di cacciatori, polizia, vigili del fuoco ecc.
Come:
Dopo un adeguato addestramento, i cani diventeranno pienamente operativi a 2 anni d’età. Pertanto, durante i primi 2 anni, i cani saranno addestrati ed entreranno in contatto con gli orsi solo attraverso gli odori. Saranno condotti verso i siti in cui si verificheranno situazioni conflittuali con orsi, e saranno addestrati ad allertarsi in presenza di tracce odorose di orso.
Dopo questo periodo iniziale di addestramento, i cani saranno pronti a operare e a dimostrare le proprie abilità sia nel PN di Pindos che nelle altre aree di progetto in Grecia. I cani saranno utilizzati in situazioni in cui orsi “problematici” esibiscano un comportamento “confidente” in siti specifici. Il compito dei cani è allontanare l’orso “problematico”, inseguendolo finchè il plantigrado non è sufficientemente distante.
Cosa:
In Grecia, questa azione mira alla creazione di due squadre di emergenza orso nei Parchi nazionali di Prespa e Rodopi, che coinvolgano membri dello staff del PN di Prespa, del PN dei Monti Rodopi e di CALLISTO. Queste squadre interverranno ogni volta in cui si verifichi una situazione che comporti un rischio di conflitti tra uomo e orso.
Inoltre, il manuale del protocollo di gestione degli incontri tra orso e uomo, nonché il protocollo ufficiale sull’istituzione ed il funzionamento delle squadre di emergenza orso, ufficialmente riconosciuti da una decisione ministeriale comune nel 2014, funzioneranno come piattaforma e strumenti adeguati per iniziare a trasferire attivamente il know how sugli standard operativi delle corrette pratiche per il personale dei parchi che saranno coinvolti.
In Italia, questa azione mira sia alla produzione di un protocollo sulle squadre di emergenza orso sia alla creazione di un team nel PN della Majella. Il PNM parteciperà quindi secondo il seguente programma di attività: (1) formazione del personale del PNM in visita in Grecia; (2) redazione di un protocollo apposito per le squadre di emergenza orso per il PN della Majella; (3) il team formato opererà in tutte le situazioni di potenziale rischio di conflitto uomo-orso; (4) il protocollo prodotto sarà proposto al Ministero dell’Ambiente come documento da estendere ad altre aree di attuale o potenziale espansione della popolazione appenninica di orso.
Come:
In Grecia, le due squadre di emergenza orso saranno composte da 2 esperti di CALLISTO, 1 assistente locale esperto di ciascun Parco e 2 membri dello Staff dei Parchi nazionali di Prespa e Rhodope Mountain Range. I team saranno pronti ad intervenire in ogni caso di potenziale pericolo, a raccogliere i dati necessari, a effettuare le necessarie necroscopie e soprattutto a intervenire nei casi in cui si verificano situazioni di rischio legate a ripetuti e ingenti danni da orso e / o situazioni di rischio legate alla presenza di orsi “confidenti”. Nei casi di presenza persistente di orsi “problematici”, le squadre utilizzeranno i mezzi di dissuasione per gli orsi come descritto nell’azione C9. In tutti i casi in cui si verificano situazioni di conflitto uomo-orso, le squadre interverranno sul posto il più rapidamente possibile e agiranno, conformemente al protocollo già stabilito, al fine di gestire la situazione nel modo più sostenibile e duraturo nel tempo. A seconda delle circostanze, un orso potrebbe dover essere dissuaso con mezzi di condizionamento negativo, nel tentativo di “modificare” il suo comportamento confidente o problematico, o trasferito in altre aree e in casi estremi traslocato.
Nel caso di esemplari di orso “confidenti”, che mostrano “abituazione”, la squadra di emergenza orso locale, con l’assistenza di personale qualificato dell’Università della Tessaglia e di CALLISTO, provvederà alla cattura dell’animale, dotandolo di radicolare con funzione virtual fence, in grado di avvisare ogni volta che l’animale entra nelle aree critiche individuate.
In Italia le quattro fasi dell’azione saranno sviluppate come segue:
(1) Formazione: sarà organizzato un corso di formazione teorico e pratico di 5 giorni in Grecia per 2-3 persone dello staff del PN della Majella. Durante il corso, il personale greco trasferirà le proprie competenze ed esperienze al personale italiano, sia per quanto riguarda la stesura del protocollo che per il funzionamento delle squadre di emergenza orso.
(2) Redazione del protocollo sulle squadre di emergenza orso: sulla base dell’esperienza acquisita dalla fase 1, il personale del PN della Majella scriverà un proprio protocollo per le squadre di emergenza orso e individuerà il personale da includere nel team.
(3) Interventi della squadra di emergenza orso: il team designato opererà in tutti i casi in cui si verificano situazioni di rischio dovute a interazioni uomo-orso. Sulla base dell’esperienza degli anni precedenti, si prevede che gli interventi saranno di due tipi: nel caso di danni da orso e intrusioni di orsi negli insediamenti umani o nei paesi, soprattutto a causa di predazioni su animali da cortile e, con frequenza minore, interventi per il recupero di orsi morti o feriti.
(4) Una volta scritto, il protocollo sarà presentato al Ministero dell’Ambiente per proporre la sua adozione come protocollo ufficiale per le squadre di emergenza orso in tutto l’areale appenninico.
Cosa:
L’obiettivo principale di questa azione è aumentare la partecipazione di volontari, associazioni cinofile e amanti degli animali negli sforzi per ridurre al minimo l’uso illegale di esche avvelenate nell’area di progetto. Per raggiungere questo obiettivo, il progetto si occuperà di motivare, formare, equipaggiare, supportare e coordinare i volontari che parteciperanno alle “pattuglie antiveleno”. I volontari parteciperanno anche ad altre attività, come la registrazione e la mappatura dei casi in cui sono state utilizzate e rinvenute esche avvelenate e campagne di informazione per la popolazione locale o i visitatori dei Parchi Nazionali.
Responsabili dell’attivazione dei volontari saranno CALLISTO in Grecia e il WWF in Italia, che collaboreranno con gli altri beneficiari del progetto, con le autorità e le amministrazioni locali e altre organizzazioni.
L’Università della Tessaglia e il WWF sosterranno la formazione dei volontari, specialmente sugli aspetti legislativi legati ai reati di utilizzo delle esche avvelenate illegali e sugli interventi di pronto soccorso in caso di rinvenimento di un animale avvelenato. I Parchi Nazionali supporteranno i volontari durante le loro attività, fornendo loro l’accoglienza e collaborando con le loro pattuglie.
Come:
L’azione istituirà gruppi di volontari attivi contro le esche avvelenate nei quattro Parchi Nazionali. All’azione parteciperanno due categorie di volontari. La prima categoria saranno i volontari a breve termine, che parteciperanno alle azioni per alcuni giorni (non più di 15 giorni in totale). Il programma sarà attuato ogni anno in un diverso Parco Nazionale. I periodi di attività saranno decisi previa consultazione con ciascun Parco nazionale, al fine di coprire il periodo più critico e raggiungere l’obiettivo principale di questa azione. La seconda categoria coinvolgerà volontari a lungo termine, che possono sostenere le attività rimanendo nelle aree per un più lungo periodo di tempo.
Cosa:
In Grecia, in alcune aree e centri abitati prescelti, i vecchi contenitori per rifiuti verranno sostituiti da nuove strutture a prova di orso. I nuovi contenitori saranno di facile utilizzo per le persone, ma impossibili da aprire per gli orsi, che in questo modo non avranno accesso al contenuto e non si abitueranno alle fonti alimentari di origine umana. Nel PN della Majella verranno distribuiti pollai speciali anti-orso e verranno messi in sicurezza i pollai preesistenti con porte di ferro a prova d’orso, in modo da diminuire l’accessibilità agli animali da cortile per l’orso. Inoltre, sia in Grecia che in Italia, al fine di impedire agli orsi di alimentarsi in prossimità di insediamenti e attività umane, e quindi di generare forme di conflitto uomo-orso, verranno distribuite recinzioni elettrificate.
Come:
Il PN di Prespa effettuerà un appalto pubblico per la fornitura di contenitori per rifiuti a prova di orso e recinzioni elettrificate. Il PN di Pindos creerà protezioni metalliche di semplice utilizzo per i contenitori di rifiuti anti-orso.
Il personale del PN di Prespa informerà le parti interessate a queste azioni (riguardo la disponibilità, necessità, installazione e funzione), consegnerà loro i contenitori speciali e le recinzioni elettrificate e supporterà con il proprio personale l’installazione di queste ultime.
Il PN di Pindos realizzerà un prototipo di protezione metallica, che verrà testato utilizzando telecamere a infrarossi per valutarne l’efficacia. La protezione verrà poi installata quando il progetto sarà finalizzato, in siti prossimi a centri abitati, scelti in base alla frequentazione dei contenitori di rifiuti da parte degli orsi.
Il PN della Majella, basandosi sia sui risultati dell’analisi A1 sia sui dati dei danni degli anni precedenti, creerà un elenco prioritario di centri abitati che necessitano degli interventi sui pollai a prova d’orso, classificando le aree di intervento, in base alla gravità della situazione e all’urgenza, da “imminente” a “urgente” e “necessario”. Questo elenco includerà anche i centri abitati non ancora interessati dal fenomeno, ma con un’alta probabilità di essere interessati in futuro. I paesi con priorità più alta saranno selezionati per gli interventi di messa in sicurezza dei pollai, tramite l’installazione di pollai anti-orso, ideati e brevettati nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e la distribuzione di porte in ferro e recinzioni elettrificate.
Cosa:
Sulla base dei risultati dei precedenti Progetti LIFE, sarà ulteriormente sviluppata e sostenuta una rete di proprietari di cani da guardiania (LGD) per lo scambio, la donazione e la diffusione di LGD tra allevatori. Lo scopo di questa azione è sostenere gli allevatori di bestiame per la dotazione e lo scambio di LGD, che contribuiranno a ridurre gli attacchi degli orsi al bestiame e, di conseguenza, porteranno a un miglioramento della coesistenza uomo-orso. La mitigazione del conflitto si tradurrà in una riduzione della mortalità di origine antropica a danno della popolazione di orso. Il riconoscimento sociale ottenuto dagli allevatori che possiedono cani da guardiania di elevata qualità migliorerà ulteriormente l’attuazione di questa misura di sostegno.
Come:
L’Università della Tessaglia organizzerà visite agli allevatori nell’area di progetto, con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente una rete di proprietari di LGD, da una parte con la partecipazione di allevatori che possiedono buoni LGD, e dall’altra con il coinvolgimento di allevatori interessati ad acquisire LGD grazie al progetto. Inoltre, durante queste visite, i cani degli allevatori iscritti verranno valutati in termini di fenotipo e caratteristiche comportamentali. I cuccioli e i cani adulti valutati come sani e idonei saranno selezionati per la donazione ad altri allevatori.
Per garantire il benessere dei cani, sarà garantito costantemente un monitoraggio veterinario. I cuccioli e i cani adulti saranno esaminati clinicamente, vaccinati, trattati per endo ed ectoparassiti e corredati di un libretto sanitario per microchip, che verrà conservato e poi consegnato al nuovo proprietario.
Cosa:
L’azione C.9 mira a esercitare un condizionamento avverso per gli orsi confidenti e/o problematici nelle quattro aree di progetto, attraverso l’uso di mezzi e dispositivi di dissuasione specifici. L’obiettivo principale è modificare i comportamenti di abituazione dell’orso, e successivamente diminuire le situazioni di conflitto uomo-orso, riducendo quindi gli eventi di mortalità di origine antropogenica nella popolazione di orso. La chiave per gestire con successo i conflitti tra orsi e umani è innanzitutto ridurre al minimo il numero di incidenti e, in secondo luogo, affrontare i singoli casi di esemplari problematici/abituati con strumenti non letali.
Il principio di gestione non letale consiste nel condizionamento negativo finalizzato a modificare il comportamento indesiderato dell’orso, senza prevedere l’abbattimento dell’animale problematico, una misura prevista per la popolazione di orso in Grecia.
Come:
Al fine di ottenere un efficace condizionamento avverso verso orsi “confidenti” e/o “problematici” nei tre Parchi Nazionali greci e nel PN Majella in Italia, saranno acquistati nove tipi di dispositivi appropriati (5 in Grecia, 4 in Italia), che verranno utilizzati dalle squadre di emergenza orso locali. Di seguito la descrizione dei dispositivi e delle loro funzioni:
– Spaventapasseri: tiene lontani gli orsi “intrusi” con un getto di acqua fredda, un metodo dissuasivo efficace. Il dispositivo è collegato a un normale tubo da giardino e montato nel terreno. Quando il rilevatore di movimento capta la presenza dell’animale, lo “spaventapasseri” spruzza un getto d’acqua di 3-4 secondi.
– Rex Plus-Allarme tramite cane che abbaia: anche questo dispositivo elettronico ha la funzione di spaventare gli orsi “intrusi”. Rex, contenuto in una piccola scatola, riproduce il verso di un cane aggressivo. Funziona tramite radar e rileva quando un orso sta tentando di entrare in un centro abitato. Se un orso si avvicina, Rex abbaia rumorosamente, cessando non appena l’orso fugge.
– Critter Gitter: questo dispositivo rileva gli animali fino a una distanza di 13,5 metri, tramite un sensore all’infrarosso e un rilevatore di movimento. Quando il dispositivo rileva la presenza di un animale, emette suoni penetranti e luci lampeggianti. Il rilevatore è stato progettato per cambiare i suoi schemi sonori e luminosi ad ogni intrusione.
– Trappola alimentare con spray al peperoncino: questo dispositivo ha l’aspetto e l’odore di un contenitore di rifiuti, ma la struttura è in realtà piena di cibo e armata di spray al peperoncino anti-orso. Una volta che l’orso prende l’esca, attiva il dispositivo di innesco, che rilascia spray al peperoncino direttamente sul muso degli orsi. L’obiettivo è generare nell’orso un condizionamento negativo, per dissuadere l’animale a tornare a cercare cibo in quel luogo.
– Segnalatore acustico Super-Sound Falcon: è un dispositivo “a tromba d’aria” in grado di produrre un forte suono. Anche solo un tocco è in grado di produrre un’esplosione che può essere ascoltata fino a mezzo Km sulla terra e un Km sull’acqua. Questo dispositivo può avere usi illimitati, dalla segnalazione di piccole imbarcazioni fino alla protezione personale.
I dispositivi di cui sopra verranno utilizzati solo in circostanze specifiche, conformemente al manuale del protocollo riguardo le squadre di emergenza orso, con il fine di ottenere, in combinazione con l’uso del kit di dissuasione, un importante effetto di condizionamento negativo sugli orsi “problematici”.
Cosa:
L’obiettivo di questa azione è la conservazione a lungo termine dell’orso e la promozione della convivenza tra il plantigrado, la zootecnia e le altre attività umane, attraverso la produzione di prodotti agricoli “bear friendly” e l’adozione di pratiche “bear friendly” da parte di aziende turistiche e altri servizi.
Singoli gruppi di persone, ad esempio gli allevatori di bestiame, possono entrare in conflitto con gli orsi a causa della loro predazione sul bestiame domestico. La base per una conservazione di successo è creare incentivi affinché i produttori locali possano coesistere sullo stesso territorio con l’orso.
Questa azione prevede l’implementazione di un programma di etichettatura “bear friendly”, che premierà con un logo registrato tutti i prodotti che sono realizzati nel rispetto di una serie di pratiche “amiche dell’orso”. Simili politiche di marketing possono contribuire alla promozione dell’identità culturale locale, al rispetto di standard di alta qualità nei prodotti e servizi e, in definitiva, allo sviluppo sostenibile delle aree rurali interessate.
Come:
Qualificazione degli allevatori e apicoltori per l’implementazione di pratiche “bear friendly”.
A questo proposito, gli allevatori e gli apicoltori dell’area di studio parteciperanno a workshop e seminari sull’uso di cani da guardiania e altre misure di prevenzione utili a mitigare i conflitti con l’orso, nonché sui benefici derivanti dalla promozione e dall’utilizzo di procedure “amiche della natura”. Gli allevatori saranno supportati nell’organizzazione e nell’applicazione di tutte le misure necessarie, e sarà attuato un regolare controllo sulla corretta attuazione delle stesse. Gli allevatori che rispettano e applicano tutti i criteri necessari riceveranno ogni anno il marchio di qualità “bear friendly”, e saranno indicati alle unità produttive locali che hanno collaborato per l’utilizzo delle loro materie prime nel processo di produzione. Questi prodotti saranno identificati dal logo “bear friendly” sviluppato nel progetto.
Qualificazione dei produttori locali per l’attuazione del regime “bear friendly”.
L’obiettivo principale di questa azione saranno le unità produttive locali. Verrà chiesto ai produttori locali di implementare un sistema di gestione specifico, in cui si riforniranno di materie prime provenienti solamente da fornitori-allevatori che usano pratiche “amiche dell’orso”. I produttori locali parteciperanno a seminari e workshop sul tema, e riceveranno il logo “bear friendly” per il loro prodotto. Il rinnovo annuale del marchio di qualità avverrà solo dopo la verifica del processo di produzione, in particolare riguardo la tracciabilità e l’origine della materia prima utilizzata.
Cosa:
Lo scopo di questa azione di monitoraggio è valutare gli effetti positivi sullo stato di conservazione dell’orso bruno dell’implementazione sinergica delle azioni C4, C5, C7 e C9.
Come:
Il primo livello dell’azione di monitoraggio prenderà in considerazione i seguenti indicatori:
1. Numero di casi di intervento delle squadre di emergenza orso.
2. Parametri relativi ai singoli casi di conflitto uomo-orso trattati dalle squadre di emergenza, quali: tipologia di conflitto, frequenza, incentivi al comportamento “confidente” dell’orso.
3. Feedback sulla situazione dell’intervento, in termini di risposta degli orsi al condizionamento avverso.
4. Confronto della risposta degli orsi in base al mezzo di dissuasione/dispositivo dispiegato.
Particolare enfasi sarà data sull’uso di mezzi di dissuasione utilizzati per la prima volta nell’area interessata dal progetto come: l’efficacia delle unità di cani Karelian (azione C4) e dei dispositivi specifici di dissuasione (C9).
Cosa:
La formazione del personale dei principali attori della conservazione nelle aree di progetto è considerata di notevole importanza per migliorare la loro capacità di attuare azioni di conservazione e attività di monitoraggio dell’orso. Pertanto, verrà sviluppata una metodologia di monitoraggio completa al fine di valutare l’impatto delle azioni di formazione del progetto sulle esigenze di conservazione dell’orso e documentare dunque l’efficacia del programma di formazione del progetto.
Come:
La valutazione delle attività di formazione incluse nell’azione C2 e in altre azioni del progetto includerà lo sviluppo di indicatori specifici per monitorare l’impatto delle azioni di formazione sul personale degli attori della conservazione e, nel complesso, sull’ambiente.
Pertanto verrà utilizzato un protocollo concreto per definire i criteri di valutazione, che implicherà lo sviluppo di indicatori quantitativi e qualitativi riguardanti gli impatti delle azioni di formazione su: le persone, le istituzioni, le procedure, le comunità locali e, nel complesso, l’ambiente naturale nelle aree del progetto.
Cosa:
Il monitoraggio della corretta attuazione e dell’efficacia dell’azione C.8 consentirà di valutare l’idoneità dell’allevamento e dell’addestramento dei cani, gli eventuali problemi di salute dei cani e l’efficacia della misura. L’obiettivo principale è ridurre gli attacchi dei carnivori nell’area di progetto. La qualità dell’allevamento dei cani donati da parte degli allevatori è fondamentale, in quanto prerequisito per qualsiasi altra valutazione riguardo la loro efficacia come deterrenti per gli attacchi. La qualità dell’allevamento sarà valutata durante le visite in base alle condizioni e allo stato di salute dei cani. Il monitoraggio dell’efficacia dei cani donati si baserà sulle osservazioni registrate sul campo, relative al comportamento dei cani nelle attività di protezione del bestiame.
L’azione D3 prevede inoltre la valutazione dei risultati della commercializzazione dei prodotti e dei servizi “bear friendly”.
Come:
Al fine di ottenere un adeguato monitoraggio dell’azione C.8, prima della verifica saranno registrati i livelli annui di danno al bestiame, in modo da stimare una pre-perdita media annua per allevatore. Gli stessi singoli allevatori saranno intervistati ad ogni visita per l’esame clinico dei cuccioli. In tali occasioni verranno registrati anche tutti i danni da predazione subiti.
Durante i primi 4 mesi dopo la donazione dei cani, i proprietari saranno informati della gestione legale e corretta dei cani da guardiania, e verrà loro chiesto di controllare il comportamento dei cuccioli e fornire assistenza, se necessario.
Per quanto riguarda i risultati dell’azione sui prodotti “bear friendly”, risulta molto complicato fornire una valutazione, poiché al momento si tratta di un programma del tutto nuovo per i mercati attuali greco e italiano. Un prodotto di nuova concezione, contraddistinto da un logo “bear friendly”, verrà lanciato in un mercato competitivo che sta attraversando una recessione finanziaria senza precedenti, come quello greco, e nelle aree montane rurali dell’Italia centrale. Le prospettive finanziarie di questo sforzo saranno registrate in un form di dati specifico, usando questionari per allevatori, aziende e punti vendita. I questionari saranno inviati o consegnati ai proprietari di negozi locali e ai consumatori dell’area di progetto.
Cosa:
Per ottenere un monitoraggio adeguato delle azioni anti-veleno, le osservazioni e le relazioni di follow-up verranno registrate prima e durante l’attuazione delle azioni. Il monitoraggio della sotto-azione C.3.1 valuterà l’efficacia delle unità cinofile anti-veleno nell’area di progetto, descrivendo gli sforzi misurabili delle unità. I risultati misurabili saranno raccolti dopo il monitoraggio delle azioni C.3.2 e C.6, e contribuiranno alla creazione di un database.
Come:
Il monitoraggio dell’impatto della sotto-azione C.3.1 sarà svolto registrando le seguenti informazioni: numero di uscite all’anno, numero di interventi supplementari (in seguito alle segnalazioni della popolazione locale) all’anno, numero di esche avvelenate trovate ogni anno, numero di carcasse avvelenate trovate ogni anno, rapporto tra il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da ciascuna unità nell’anno precedente all’inizio delle loro operazioni e il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da ciascuna unità nel primo anno di attività, rapporto tra il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da ciascuna unità nel primo anno di attività e il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da ciascuna unità nel secondo anno di attività.
Il monitoraggio dell’impatto dell’azione C.6, che ha come obiettivo quello di valutare l’efficacia della mobilitazione dei volontari contro le esche avvelenate, si baserà su registrazioni simili a quelle sopra menzionate: numero di pattuglie/uscite all’anno, numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato dai volontari ogni anno, rapporto tra numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da volontari nell’anno precedente l’inizio della loro attività e il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da volontari nel primo anno di attività, rapporto tra numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da volontari nel primo anno di attività e il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da volontari nel secondo anno di attività, rapporto tra il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da volontari nel secondo anno di attività e il numero di esche avvelenate trovate nel territorio controllato da volontari nel terzo anno di attività.
Il monitoraggio dell’impatto della sotto-azione C.3.2 verrà effettuato registrando i seguenti parametri: numero di kit di pronto soccorso anti-veleno donati a pastori, cacciatori ecc., numero di persone che hanno ricevuto un kit dal progetto e lo hanno effettivamente utilizzato (in caso di animali avvelenati), numero di animali salvati grazie all’uso del kit, numero di animali avvelenati e morti nonostante l’uso del kit.
Cosa:
Saranno condotti sondaggi sulle percezioni e sul comportamento degli stakeholders come follow-up della loro consultazione e del loro coinvolgimento. I dati dei questionari saranno raccolti per ciascun Parco Nazionale. Il confronto dei dati del questionario degli anni successivi alla creazione delle Piattaforme Locali nel 2021, consentirà una valutazione della variazione dell’atteggiamento degli stakeholders nel corso del progetto.
Come:
Nello sviluppo e nella valutazione del questionario verranno elaborati una serie di scenari attuali e futuri riguardanti il coinvolgimento delle parti interessate. Questi scenari consentiranno il monitoraggio dell’adozione di buone pratiche per la conservazione e corretta gestione dell’orso.
Utilizzando le analisi SWOT fornite nell’azione C1, l’esperto in Human Dimension, responsabile dell’azione D5, svilupperà le bozze di scenari per l’adozione di buone pratiche a tre diversi livelli di riferimento.
Le piattaforme locali, con il supporto dell’esperto, revisioneranno le bozze di scenari in ciascun Parco Nazionale. Le versioni finali degli scenari saranno utilizzate per lo sviluppo del questionario da somministrare ai membri dei gruppi di stakeholder in ogni Parco Nazionale.
Questa azione mira a garantire il corretto monitoraggio e la misurazione della performance del progetto. In particolare, gli indicatori di performance saranno monitorati durante il progetto dal Project Manager e da un ricercatore con esperienza, nominato dall’Università della Tessaglia.
Due esperti, membri del personale dei Parchi Nazionali di Pindos (PINDNP) e Rhodope Mountain-Range (RMNP) seguiranno la raccolta delle informazioni necessarie sui progressi relativi agli indicatori di performance. Gli esperti del PN di Pindos supporteranno inoltre il personale dell’ente di gestione del Parco nazionale dei laghi di Prespa (MBPNP) per la raccolta delle informazioni necessarie.
Cosa:
Le funzioni dell’ecosistema saranno analizzate come segue:
1. La conservazione dei Grandi Carnivori, considerati “specie ombrello”, contribuisce al mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi. La presenza dell’orso nelle aree di progetto fornisce dunque la prova di alti valori naturalistici nelle rispettive aree. L’attuazione di efficaci misure di prevenzione dei danni rende possibile e redditizia la produzione di prodotti agricoli di alta qualità nei Parchi, e il miglioramento della coesistenza tra orsi e allevatori.
2. Un ambiente sano e la presenza di Grandi Carnivori sono due plusvalori per l’ecoturismo e il settore ricreativo.
3. L’orso bruno è una specie in grado di fornire importanti servizi ecosistemici, grazie alla sua dieta onnivora, composta per l’80-90% di alimenti vegetali. Si ritiene infatti che la dispersione dei semi contribuisca, a lungo termine, alla diversificazione delle specie vegetali in una determinata area, nonché al miglioramento della struttura della copertura vegetale delle foreste.
Come:
Saranno raccolti i dati su parametri e trend demografici della popolazione di orsi, nonché sulla distribuzione, attraverso la registrazione sistematica di segni di presenza e di segnalazioni accertate, come feci, impronte, attività di marcatura sugli alberi, presenza di femmine con piccoli. Anche i casi di mortalità saranno attentamente rilevati e registrati. I dati saranno raccolti utilizzando un protocollo di campionamento standard sulla rete di strade forestali e di sentieri principali, in modo che i risultati siano comparabili nel tempo.
Inoltre, nelle aree previste, dopo aver registrato tutti i tipi di copertura del suolo, verranno descritte le pratiche agricole più rispettose della natura e le pratiche di turismo sostenibile.
Cosa:
Lo scopo dell’azione D8 è valutare l’impatto del progetto sulle condizioni socio-economiche della popolazione locale nei quattro Parchi Nazionali delle aree di progetto.
Per quanto riguarda l’impatto sociale, il progetto può, direttamente o indirettamente, portare alla mitigazione del conflitto uomo-orso, ridurre la minaccia percepita e aumentare la sensazione di sicurezza della comunità, cambiare i comportamenti degli abitanti locali. Inoltre, il progetto può promuovere la condivisione delle conoscenze, rendere le procedure decisionali più efficaci e trasparenti, sostenere la responsabilizzazione degli stakeholders, nonché rafforzare la fiducia e l’interazione tra gli stessi. Gli impatti indiretti potrebbero anche influenzare questioni demografiche e di genere a livello locale.
Come:
L’azione D8 prevede 3 fasi. Nella prima fase, l’azione definirà gli ambiti di valutazione dell’impatto socio-economico e delineerà gli indicatori da utilizzare per la valutazione degli impatti chiave. Una verifica preliminare concluderà la prima fase e distinguerà tra impatti diretti e indiretti del progetto.
Durante la seconda fase, verranno definiti gli impatti di base e gli impatti previsti. La definizione degli impatti di base sarà effettuata con i dati provenienti da fonti istituzionali.
Nella terza fase, saranno implementati indicatori per valutare i risultati effettivi del progetto rispetto a quelli previsti.
L’obiettivo principale di questa azione è quello di diffondere il messaggio centrale del progetto al pubblico interessato (pubblico generale, comunità locali e gruppi chiave di stakeholder), in merito alla coesistenza uomo-orso.
L’azione affronterà principalmente quattro tematiche:
a) Conoscenza dell’importanza della coesistenza uomo-orso per gli sforzi di conservazione del plantigrado.
b) Conoscenza riguardante il fenomeno degli “orsi confidenti”.
c) Conoscenza delle conseguenze dell’uso illegale di esche avvelenate per il controllo della popolazione di orsi.
d) Conoscenza dell’uso di misure di prevenzione per minimizzare l’entità dei danni causati dagli orsi a zootecnia, apicoltura e agricoltura,
L’obiettivo principale di questa azione è quello di progettare l’identità visuale del progetto e produrre il materiale stampato e audiovisivo che verrà utilizzato per diffondere il suo messaggio principale al pubblico (pubblico generale, comunità locali e principali stakeholders) sulla coesistenza uomo-orso.
a) Materiale di disseminazione stampato
1. Poster principale del progetto, che promuove il messaggio chiave del progetto relativo alla coesistenza uomo-orso e all’importanza della conservazione dell’orso.
2. Brochure sull’uso delle esche avvelenate e le ripercussioni sull’ecosistema.
3. Brochure sul regolamento delle assicurazioni e sulle misure preventive per i danni causati dagli orsi.
4. Manuale sui cani da guardiania, che descriverà le metodologie di allevamento più appropriate, e che sarà distribuito ai pastori che entrano nella rete dei proprietari dei cani da guardiania.
5. Brochure sulla coesistenza uomo-orso, con informazioni utili per mitigare i conflitti e combattere le paure più comuni riguardo la presenza dell’orso nelle aree di progetto.
b) Materiale audiovisivo
1. Tre diversi spot televisivi e tre spot radio di 30-60 secondi ciascuno, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche relative alla conservazione dell’orso.
2. Traduzione in greco e italiano del contenuto audio del film “Why Bears?”, per la riproduzione di questo sul sito web del progetto e per la proiezione in occasione di eventi pubblici.
3. Un breve documentario (20′), realizzato nel 2023-24, che includerà una descrizione dei principali obiettivi e attività del progetto.
Sotto-azione E3.a: piano di replicabilità
A partire dal 2021 verrà effettuata una valutazione specifica del livello di replicabilità delle attività in altri Parchi/Aree che presentano simili problematiche e minacce. La valutazione includerà i primi risultati del monitoraggio delle azioni di conservazione e un’analisi critica di quali possono essere i problemi specifici e i vantaggi per i diversi interventi. Tutti i risultati saranno riassunti in un piano di replicabilità specifico, che includerà anche una proiezione finanziaria.
Sotto-azione E3.b: organizzazione di eventi che facilitano la replicazione e il trasferimento
1. Seminari sulla mitigazione della minaccia legata all’uso illegale di esche avvelenate:
Nel 2022 saranno organizzati tre seminari in aree selezionate, preferibilmente Parchi o altre aree in cui si verificano episodi di rinvenimento di esche avvelenate. Saranno resi disponibili per i partecipanti i kit di pronto soccorso anti-veleno. Sarà organizzata anche una dimostrazione delle unità cinofile anti-veleno sul campo. Inoltre, tra i partecipanti sarà incoraggiata la promozione della “Giornata nazionale contro l’uso di esche avvelenate”.
2. Seminari sulla gestione degli orsi “confidenti e/o che causano danni insolitamente frequenti al comparto agricolo/zootecnico, che si occuperanno nello specifico di:
a. Situazioni che comportano un conflitto con orsi che mostrano un comportamento “confidente” o “abituato”, o che predano frequentemente bestiame e animali da cortile in aziende agricole.
b. Misure di prevenzione e azioni concrete di conservazione attuate dal progetto, compreso l’uso di cani da guardiania, anche grazie all’utilizzo della rete di proprietari creata dal progetto.
c. Dimostrazione del funzionamento delle squadre di emergenza orso e delle unità cinofile di dissuasione anti-orso.
Parchi, autorità locali / regionali, ONG e altri enti e organizzazioni saranno invitati a replicare queste misure nelle aree di loro competenza.
Il WWF organizzerà due seminari di replicazione sugli orsi “confidenti” e sulle politiche “a misura d’orso” in un’area chiave (Riserva Naturale – Oasi WWF Gole del Sagittario) per la connettività ecologica del territorio del PN della Majella con l’areale centrale della popolazione appenninica di orso (PN d’Abruzzo, Lazio e Molise).
3. Riunione speciale con i funzionari del “Fondo verde”, del Ministero dell’Ambiente / dei Servizi Forestali e del Ministero della Protezione dei Cittadini:
L’incontro sarà organizzato ad Atene nel 2021 per discutere di un protocollo d’intesa, che sarà redatto dopo aver discusso i problemi e i vincoli specifici.
4. Seminari sulla produzione di prodotti agricoli “bear friendly” e sull’adozione di pratiche “bear friendly” da parte delle aziende turistiche
Nell’ultimo anno di progetto saranno organizzati tre seminari, in città fuori dalle aree del progetto, per la replica e il trasferimento di esempi di buone pratiche. I seminari saranno rivolti ai professionisti del comparto agricolo, alle persone impiegate nel settore turistico e alle autorità locali / regionali.
5. Workshop Internazionale per il trasferimento delle migliori pratiche:
Nell’ambito della Conferenza Internazionale, che sarà organizzata nell’ultimo anno del progetto, verrà organizzato un seminario speciale per i partecipanti dei paesi vicini. L’obiettivo principale del seminario sarà trasferire le migliori pratiche ed esperienze apprese durante il progetto in Grecia e in Italia.
Sotto-azione E4.1:
Il progetto sarà rappresentato in numerosi incontri e conferenze organizzati da altri progetti. Durante svolgimento del progetto verranno anche compiuti sforzi per creare una rete con altri parchi in Grecia e in Italia nelle aree di presenza dell’orso.
Sotto-azione E4.2:
Proseguirà la campagna per l’istituzione di una “Giornata nazionale contro l’uso di esche avvelenate” il 22 Febbraio.
Sotto-azione E4.3:
L’Università della Tessaglia organizzerà una conferenza internazionale, al fine di diffondere l’esperienza acquisita e i risultati ottenuti in merito alla coesistenza uomo-orso. Le metodologie utilizzate e i risultati saranno presentati dal personale dei partner beneficiari, insieme ai vincoli affrontati durante la sua attuazione e alle prospettive di sostenibilità futura delle azioni svolte dal progetto. Altri esperti internazionali, rappresentanti di altri Progetti LIFE, autorità pubbliche competenti e le ONG saranno invitati alla Conferenza per condividere lo scambio di conoscenze ed esperienze, in relazione alle tematiche affrontate nel progetto.
Saranno approfondite le modalità con cui i risultati del progetto e le soluzioni adottate potrebbero essere replicati e trasferiti in altre aree di presenza dell’orso.
La conferenza sarà organizzata entro Giugno 2024, dopo il completamento della maggiorparte delle altre attività e la disponibilità della maggior parte dei risultati finali del progetto.
Sotto-azione E5.a: Delineazione e mappatura di “sentieri dell’orso” tematici
Cosa:
Quest’azione mira all’individuazione e alla mappatura di “sentieri dell’orso” tematici nel territorio di tre Parchi Nazionali. I percorsi, che saranno individuati da CALLISTO nel PN di Prespa e nel PN di Rhodope Mountain Range, e dal WWF Italia nel PN della Majella, saranno di facile accesso e attraverseranno aree frequentate dall’orso e di elevato fascino e naturalità, e sfrutteranno possibilmente percorsi già esistenti.
Come
CALLISTO e WWF Italia collaboreranno con il personale dei PN per individuare tutti i possibili percorsi. I sentieri saranno adatti a tutte le categorie di fruitori potenzialmente interessate: scolaresche, pubblico adulto nazionale e/o internazionale, personale che lavora nell’istruzione o in qualsiasi altro settore.
Sotto-azione E5.b: implementazione delle attività di educazione ambientale
Cosa:
L’azione specifica mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni legate alla coesistenza uomo-orso. Le attività previste saranno rivolte a studenti e adulti, comunità locali, visitatori locali e stranieri. L’idea principale è quella di utilizzare le “tracce dell’orso” tematiche per l’organizzazione di programmi di educazione ambientale.
Lungo il sentiero didattico verranno posizionati una serie di segnali per l’orientamento e bacheche di interpretazione ambientale. Le bacheche forniranno informazioni sull’orso bruno, dalla sua biologia alle minacce per la sua conservazione, concentrandosi sulle abitudini specifiche della specie, evolutesi anche grazie alla peculiarità del paesaggio di ogni Parco Nazionale. Inoltre, alcune bacheche proporranno attività di educazione ambientale.
Saranno anche organizzati seminari e visite guidate per promuovere i “sentieri dell’orso”.
Come
Dopo aver individuato tre percorsi, uno nel PN di Rhodope Mountain Range, uno nel PN di Prespa e uno nel PN della Majella, verrà creato un programma di educazione ambientale basato sull’approccio dell’educazione ambientale esperienziale.
Al fine di promuovere l’uso del “sentiero dell’orso” come destinazione per le attività di educazione ambientale e come utile strumento per aumentare la consapevolezza del pubblico, saranno organizzate e realizzate tre visite guidate e sei seminari per insegnanti.
Il progetto sarà sviluppato da otto beneficiari: quattro Parchi Nazionali, due Università e due ONG. CALLISTO sarà il beneficiario coordinatore.
Il gruppo di coordinamento del progetto sarà formato da rappresentanti di tutti i gli enti beneficiari. Il presidente del gruppo di coordinamento sarà il rappresentante del beneficiario coordinatore, che terrà anche il contatto diretto con i servizi della Commissione Europea.
Le riunioni del gruppo di coordinamento avranno i seguenti obiettivi:
1) Presentazione, da parte dei rappresentanti di ciascun ente beneficiario, dello stato di avanzamento delle azioni sotto il loro diretto coordinamento.
2) Presentazione dello stato di avanzamento delle azioni di comunicazione.
3) Discussione su potenziali ritardi e problemi.
4) Individuazione di soluzioni per risolvere i problemi.
5) Pianificazione dettagliata per l’anno successivo.
6) Briefing per la produzione delle relazioni per la Comunità Europea.
7) Discussione sullo stato di avanzamento delle spese e delle questioni amministrative.